RICONOSCIMENTO DELLE SPECIE


Per la peculiarità del loro utilizzo le specie da tappeto erboso (tagli frequenti che impediscono l’emissione dello scapo fiorale) non possono permettere il riconoscimento tradizionale, quello cioè che si basa sulle caratteristiche di fiori e semi. Pertanto la determinazione della specie avviene attraverso l’esame degli organi che ne caratterizzano gli aspetti vegetativi. In particolare si evidenziano 6 principali caratteri morfologici:

  • Prefogliazione – Ovvero come è disposta, all’interno della guaina, la nuova foglia in attesa di essere emessa. Questa disposizione può essere convoluta (giovane foglia arrotolata) oppure conduplicata (giovane foglia piegata lungo la nervatura mediana).
  • Lamina – Porzione di foglia che si estende dalla guaina distaccandosi dal culmo. In funzione della forma può essere: appiattita, a V, ripiegata, accartocciata. La punta invece può essere smussata o arrotondata, a barchetta, appuntita. La presenza e la disposizione delle venature sulla pagina superiore può caratterizzare la specie.
  • Guaina – Porzione inferiore della foglia che riveste ed abbraccia il culmo. Può essere cilindrica o compressa con margini chiusi, aperti o sovrapposti.
  • Ligula – Appendice che si localizza alla giunzione tra lamina e guaina. Può essere membranosa o a ciuffi di peli, ma anche assente. Importante anche la forma ed i margini.
  • Auricole – Prolungamenti dei margini della lamina fogliare posti alla giunzione tra lamina e guaina. Possono essere: rudimentali, abbraccianti o assenti.
  • Collare – E’ una fascia di tessuto posta alla giunzione della guaina con la lamina che si differenzia nettamente dalle due superfici citate. Esso può essere: largo, stretto o diviso.
  • Habitus di crescita – Può essere intravaginale (gemme sulla corona del cespo che si formano all’interno della guaina della foglia basale) oppure extravaginale (gemme che si formano all’esterno). Nel primo caso abbiamo specie cespitose, nel secondo stolonifere o rizomatose (o una interazione tra esse).

COMPONENTI QUALITATIVE DEL TAPPETO ERBOSO

  • Uniformità. La valutazione viene fatta a mezzo di una stima visiva
  • Densità (in relazione al numero dei culmi). E’ possibile la misurazione quantitativa.
  • Tessitura (in relazione alla grandezza delle foglie). E’ possibile la misura quantitativa purché si abbia l’accortezza di fare comparazioni utilizzando foglie della stessa età e soprattutto soggette alle stesse pratiche manutentive.
  • Colore. Valutazione a mezzo stima visiva attuata con l’aiuto di carte colorimetriche.
  • Habitus di crescita (valutazione qualitativa). Si preferisce una posizione verticale delle foglie. Di estrema importanza la presenza o meno di rizomi e/o stoloni.
  • Levigatezza. Caratteristica di fondamentale importanza per talune superfici sportive.

Altre valutazioni riguardano :

  • Quantità di sostanza secca prodotta per unità di superficie. Non è un indice qualitativo, ma piuttosto fa riferimento al tasso di crescita della pianta.
  • Grado di elasticità della zolla. E’ un’importante caratteristica per la produzione e la commercializzazione di zolle.
  • Composizione floristica (nel caso di tappeto erboso costituito da più specie).
  • Quantità di vegetazione prodotta. E’ in pratica la quantità di residui di taglio prodotta per unità di superficie. Si tratta di un dato strettamente correlato alla densità.
    L’approccio visuale è la prima valutazione della qualità di un tappeto erboso. Le valutazioni circa la qualità di un “turf” sono relative a:
  • Potenzialità ereditarie – Suscettibilità a malattie fungine, ad attacchi di insetti e nematodi, tolleranza alla siccità, al caldo, al freddo, al ristagno idrico e all’ombra, tolleranza al logorio e ai danneggiamenti, potenziale di recupero.
  • Fattori ambientali – fattori del suolo quali: l’areazione, la fertilità, la salinità, il pH. I fattori atmosferici quali: la luce, la temperatura, l’acqua e l’aria. I fattori biotici quali; logorio e il compattamento.

DEFINIZIONI:

  • Specie erbacea. E’ un’essenza che presenta regolare fioritura ed il suo culmo aereo non contiene tessuto legnoso persistente.
  • Specie annuale. Essenza che usualmente vive per una sola stagione di crescita.
  • Specie perenne. Essenza che è in grado di vivere per più di due anni.
  • Specie nativa. Essenza che ha origine e persiste in una specifica regione.
  • Specie naturalizzata. Essenza che si è stabilita e si è adattata in una regione diversa da quella di origine.
  • Specie a portamento eretto. Essenza il cui culmo ha origini intravaginali e non produce rizomi o stoloni.
  • Specie a portamento strisciante. Essenza che presenta una crescita extravaginale dei culmi e quindi una produzione laterale di rizomi e/o stoloni che le conferisce il tipico andamento strisciante sul terreno.

SPECIE MICROTERME
Si tratta di specie che si sono particolarmente adattate a crescere in climi a carattere prevalentemente freddo umido. In linea di massima presentano un range di temperature ottimali comprese fra i 10 e i 18°C per quanto concerne l’attività radicale e fra i 15 e i 24°C per la parte vegetativa aerea.

Generalmente parlando rispetto alle specie macroterme hanno, una crescita più eretta, una minor tolleranza ad un taglio basso, un apparato radicale più superficiale, una maggiore resistenza al freddo, ma al tempo stesso una minor resistenza al caldo, alla siccità, al logorio. Sono principalmente propagate per seme e sono maggiormente colpite da malattie crittogamiche piuttosto che da attacchi di insetti.

GENERE POA
Il genere Poa, appartenente alla tribù delle Festuceae, è di origine euroasiatica e comprende oltre 200 specie largamente distribuite tra zona di transizione e zona fredda.
Molte delle specie di questo genere rispondono piuttosto bene ad elevati livelli di fertilità e di irrigazione. Tra le specie di maggior interesse distinguiamo: Poa pratensis, Poa trivialis, Poa annua. Marginalmente possono avere un qualche impiego anche: Poa nemoralis, Poa compressa, Poa bulbosa, Poa glaucantha.

A) Poa pratensis (Kentucky Bluegrass o Smooth Stalked Meadow Grass)
Si tratta della specie più importante di questo genere. Mostra in linea di massima una buona resistenza alle malattie, una buona capacità di adattamento ed una buona risposta alle pratiche colturali richieste per un tappeto erboso.
Il sistema radicale è perenne, molto esteso e robusto, ed è concentrato nei 15/25 cm superiori della zona radicale (ma può arrivare fino a 60 cm).

CONSOCIAZIONI TRA SPECIE DA TAPPETO ERBOSO

Un tappeto erboso è da considerarsi monostand quando è costituito da un insieme di genotipi appartenenti ad una sola cultivar. Si parla di “polystand” invece quando l’insieme dei genotipi appartiene a due o più cultivars o specie. Una miscela “polystand” costituita da 2 o più “cultivar” della spessa specie viene definita blend. Quando invece la mescolanza è formata da 2 o più specie essa prende il nome di mix o miscuglio.

Criteri per la formazione di mix o blend

  • Tessitura
  • Colore
  • Densità
  • Tasso di accrescimento verticale dei culmi
  • Formazione della spiga
  • Habitus di crescita

Consociazioni stabili (prima essenza dominante)
Poa pratensis – Lolium perenne. Piena luce solare, terreno ben dotato con pH neutro, elevata intensità colturale, con adeguati apporti azotati e bassa altezza di taglio (intorno ai 25 mm).
Poa pratensis – Festuca rubra. Piena luce solare, terreno con pH neutro e ben dotato idricamente, apporti azotati medio alti e altezza di taglio intorno ai 30 mm.
Festuca rubra – Poa pratensis. Anche condizioni di ombreggiamento, terreno povero con pH subacido, minimi apporti azotati, bassi livelli irrigui e altezza di taglio intorno ai 30 mm.
Poa trivialis – Festuca rubra. Condizioni di ombreggiamento e umidità, terreno anche non drenato con pH dal subacido al neutro, scarso traffico, altezza di taglio intorno ai 25 mm.
Festuca arundinacea – Poa pratensis. Piena luce solare, terreno umido e fertile con pH subacido, limitata irrigazione e concimazione, altezza di taglio intorno a 45 mm.
Agrostis spp – Poa annua. Associazione spontanea. Limitato ombreggiamento, terreno umido e fertile con pH subacido, elevate irrigazioni e fertilizzazioni con altezza di taglio inferiore a 15 mm.


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